22 febbraio 2025 alle 16:00 – 18:45
All’evento “Archeologia preventiva: dalla formazione all’esecuzione”, su invito di ANA, la presidente di Archeoimprese, Cristina Anghinetti, tratterà un tema che ci coinvolge tutti: “Tra nuovi applicativi e aumentate richieste: il mancato adeguamento della copertura economica. Differenze tra singoli professionisti e imprese”.
Lo sviluppo dell’archeologia preventiva ha portato con sé, di riflesso, l’evoluzione della figura dell’archeologo progettista, ampliando quindi le possibilità professionali e lavorative per la nostra categoria. Archeoimprese, conscia che a una prestazione debba corrispondere un adeguato riconoscimento economico, ha lavorato sugli ambiti di definizione delle attività di “servizio” e “lavoro” in archeologia, perseguendo, nel contempo, l’intento di produrre l’equivalenza tra prestazione e valore economico della stessa.
La nostra associazione ha quindi collaborato alla normazione dei “lavori” sui beni culturali, in particolare per gli “scavi archeologici” (ex DM 154/2017, oggi confluito nell’Allegato II.18 del D. Lgs. 36/2023), e portato, per l’ambito dei “servizi”, all’equiparazione professionale degli archeologi ad architetti e ingegneri (oggi Art. 66 del D. Lgs. 36/2023), ottenendo, inoltre, per questo settore ben due nuove ATECO, lavorando, nel contempo, per l’ambito dei “lavori” ai Prezzari (creando uno strumento come da Art. 41, c.13 del D. Lgs. 36/2023) e all’inserimento della TOL 3 per “scavi archeologici” (Art. 60 D. Lgs. 36/2023). Per quanto concerne i “servizi”, oltre ad aver fatto agganciare il progettista archeologo all’indicizzazione di rivalutazione ISTAT degli architetti e degli ingegneri (sempre in applicazione dell’Art. 60 del D. Lgs. 36/2023), Archeoimprese ha scritto alle opportune sedi per chiedere l’aggiornamento della voce QbI10 (DM 17 giugno 2016), che spesso, ad oggi, stabilisce un compenso palesemente insufficiente per la relazione di Assoggettabilità nella procedura di VPIA.
Non da ultimo, Archeoimprese ha lavorato sulla formazione degli archeologi, perché fossero formati e informati e quindi in grado di gestire quanto richiesto dalla normativa, partecipando a giornate di incontri universitari (UNIMC, UNISA, UNIAQ) e promuovendo un Master ed una Scuola di Specializzazione (UNITUS) incentrati sull’archeologia preventiva, con particolare attenzione alla progettazione e alla formazione della figura professionale e aziendale.
Grazie all’invito di ANA, cogliamo quindi favorevolmente l’occasione di ragionare assieme su quanto fare per proseguire in questa strada, perché non è mai una cosa veramente rivoluzionaria aumentare le richieste a carico della nostra professione senza aver ottenuto, allo stesso tempo, l’adeguata copertura economica.